Muholi
{La fotografia che parla di identità e attivismo}

di Federico “Mac” Macchi
{Reportage, documentaristica}

Zanele Muholi è una fotografa e attivista sudafricana nota per il suo lavoro sui diritti LGBTQ+ e delle persone queer e transgender in Africa. Nata nel 1972 a Durban, Muholi ha conseguito un diploma in Belle Arti presso l’Università di Johannesburg e attualmente vive e lavora a Johannesburg.
“Muholi” ha scelto di essere identificata solo con il cognome, utilizzando il pronome plurale “they” per parlare di sé e dichiarando esplicitamente di rinunciare alla sua identità di genere per meglio rappresentare un’identità collettiva che dia voce alla comunità nera LGBTQ+ attraverso l’autoritratto, perchè l’espressione artistica rappresenta una missione e da quando le sue fotografie sono state esposte alla Biennale di Venezia dieci anni fa, musei e istituzioni si contendono il privilegio di esporre le sue opere, così fortemente iconiche da non richiedere quasi alcuna didascalia.

«Voglio creare attenzione e consapevolezza sul corpo delle persone nere e queer: esistiamo, siamo così, siamo degni di rappresentazione, siamo degni di stare in un museo come tutti gli altri»

Muholi è famosa per il suo progetto fotografico “Faces and Phases”, iniziato nel 2006, che documenta i ritratti di donne lesbiche e trans in Sud Africa. Il progetto si è evoluto in una serie di mostre e libri, tra cui “Faces and Phases 2006-2014” e “Faces and Phases 13”, che presentano ritratti di oltre 500 persone.

Oltre alla fotografia, Muholi è anche un’attivista impegnata per i diritti LGBTQ+ in Sudafrica e nel mondo. Nel 2009 ha co-fondato Inkanyiso, un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove la visibilità dei lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI) in Sudafrica e in tutto il mondo. Muholi è stata anche premiata con numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio di Fotografia di Ingrid Jonker nel 2007 e il Premio Prins Claus nel 2013.

MUHOLI – A VISUAL ACTIVIST
fino al 30 luglio 2023 al Mudec Museo delle Culture – via Tortona 56, Milano

La mostra al Mudec presenta una selezione speciale di oltre 60 autoritratti in bianco e nero, accuratamente scelti per veicolare messaggi indelebili. Muholi utilizza la macchina fotografica come un’arma di denuncia e di salvezza, rivolta verso se stessa. La bellezza delle sue composizioni e il suo talento artistico servono come mezzo per affermare la necessità di esistere e la dignità e il rispetto che ogni essere umano merita, indipendentemente dalla scelta del partner, del colore della pelle o del genere con cui si identifica. La sua arte esplora instancabilmente temi come il razzismo, l’eurocentrismo, il femminismo e le politiche sessuali.

Muholi crea scatti magnetici e di denuncia sociale, che spaziano dai primi autoritratti ai lavori più recenti. Ogni scatto è curato con attenzione meticolosa, lavorando sui contrasti cromatici bianco-nero e mettendo a nudo il proprio corpo. L’uso di oggetti di semplice quotidianità, come copricapi fatti di soldi e collane ricavate da cavi della luce, contribuisce a creare un contesto surreale e metaforico. Le pose di sorprendente bellezza richiamano lo stile della moda, ma veicolano un messaggio più profondo.