Il mio viaggio in Uganda

Il mio viaggio in Uganda
{Il sole è di tutti, ma non per tutti}

di Emanuela Fracassi {Skipper}

Un giorno di ottobre a Linosa, Sicilia. Sono a casa di Cesare e Margaret (ostetrica e chirurgo in pensione). Premetto che insieme a tante altre cose, sono anche una skipper e questa casa è “l’amato rifugio dei miei approdi in barca a vela”.

Margaret improvvisamente mi dice: “Hey, perché non vieni con me in Uganda?”. La guardo e penso che non sono mai stata nell’Africa sub-sahariana.
Questa potrebbe essere l’occasione di andarci con lei (che ci è nata) e soggiornare un tempo un po’ più lungo di una vacanza, così ho risposto, senza quasi pensarci: “Certo, vengo volentieri!”.
Margaret e Cesare vivono a Linosa stabilmente da alcuni anni. Hanno dedicato le loro vite a promuovere e a sostenere progetti in ambito sanitario in zone di guerra e di confine. Zone come Uganda, Ruanda, Kenya, Afganistan, con situazioni di estrema fragilità.

Attraverso l’associazione I Germogli onlus, Cesare e Margaret sostengono alcune attività “community based” proprio nella regione di provenienza di Margaret, nel distretto di Soroti. Così, ogni inverno, alternativamente, partono per l’Uganda proprio per verificare, migliorare e sostenere i progetti in corso.

Quest’anno è il turno
di Margaret e io con lei.
Inizia il viaggio.

Ho trascorso in Uganda due mesi tra gennaio e marzo. Nel tempo libero ho avuto modo di guardarmi intorno. Pensare, riflettere e fotografare, così ho iniziato a scrivere delle note che inviavo ad un broadcast di amici e che oggi sto pubblicando su una pagina facebook.

Vivevamo in campagna con la famiglia di Margaret, senza acqua corrente, senza energia elettrica e senza gas. L’acqua la prendevamo al pozzo, cucinavamo su un fuoco a legna e la latrina era un buco nel terreno, che quando era colmo, lo si copriva e si spostava.

Per lavare gli indumenti e per lavarci usavamo taniche e bacinelle. Qualcuno nel villaggio disponeva di un pannello solare con cui caricare i telefonini e illuminare debolmente gli interni quando faceva buio. La maggioranza non ha telefoni e illumina la propria casa con delle torce a pile. Nessun elettrodomestico, neanche il frigorifero… E ci si sposta poco, a piedi o in bicicletta.

Ho avuto modo di riflettere su differenze e somiglianze. Sull’assenza di superfluo e il benessere che per me ne derivava.
Questo è ciò che più mi ha segnato.

La cucina non prevedeva piatti elaborati, eppure il cibo era buonissimo: riso, manioca, miglio e patate dolci, coltivate da loro. Il latte munto ogni mattina dalle loro vacche, la carne degli animali che fino a ieri brucavano nel cortile e i pesci pescati nel lago vicino. E poi arance, limoni, papaya e manghi degli alberi intorno.

Nella nostra casa restavano da comprare fagioli, olio, pomodori, cipolle, cavolo e carote per cucinare, thè, caffè, zucchero e pane per colazione e merenda. Nessun cibo confezionato a cui siamo tanto abituati, niente bibite, niente biscotti, yogurt, formaggi, affettati, pasta, cornflakes, salse. Niente di tutto questo.
Per lavarsi e lavare capelli, vestiti, stoviglie, una saponetta blu, tipo sapone di marsiglia. Vestiti pochi, uno buono per le occasioni e qualche capo molto consunto dalla vita di tutti i giorni. Questi poi diventano stracci. Ciabatte per la stagione secca e stivali di gomma per la stagione delle piogge.
Di conseguenza non si produce (quasi) spazzatura e d’altronde non esiste la raccolta dei rifiuti.

A soli 15 chilometri c’è Soroti, cittadina di 60.000 abitanti, dove tutto cambia. C’è l’acqua corrente, l’elettricità, il traffico, spazzatura ai bordi delle strade. A 300 c’è la capitale Kampala, dove si condensa “l’imperfezione del cosiddetto sviluppo”, ma di questo non ho voglia di parlare.

Il denaro si usa sporadicamente perché quando si esce nel quotidiano non si hanno soldi in tasca. Le spese più significative sono per curarsi e per studiare. Quindi molti non si curano e non fanno studiare i figli. Conseguentemente se hai un problema di salute grave andrai all’ospedale dove le cure sono gratuite, ma se hai mal di denti, mal di testa, cistite, un piede gonfio… Beh, cari miei, ve lo tenete.

La scuola dell’obbligo è gratuita con una piccola quota di iscrizione
, ma devi comprare quaderni, penne e uniforme. E se i figli da mandare a scuola sono quattro o cinque, rinuncerai a mandarne qualcuno. Le scuole superiori sono a convitto e qui la spesa diventa veramente significativa, intorno ai 150 euro a trimestre, che per una famiglia il cui reddito medio è di circa 1 euro al giorno, diventa davvero insostenibile.

L’associazione i Germogli si occupa proprio di salute ed istruzione. Le azioni principali sono un Centro di salute, dedicato in particolare alla maternità e una Scuola d’infanzia per bambini dai 3 ai 7 anni. Le persone che lavorano nei progetti sono tutte del posto ed è l’associazione che garantisce la formazione e la riqualificazione.

Prima di partire mi sono chiesta mille volte cosa sarei andata a fare e dopo un primo disorientamento ho trovato il mio posto.

Durante le riunioni e i sopralluoghi con l’associazione si parlava nella lingua locale l’Ateso. Io osservavo e fotografavo. Così ho prodotto un documento sui progetti (pdf) . L’azione principale di questa “missione” riguardava la ristrutturazione di un asilo con la creazione di un parco giochi all’aperto.
Mi sono divertita a progettare i giochi in legno con il capocantiere, ma soprattutto mi sono dedicata alla decorazione di interni ed esterni con Joseph, “il pittore locale”.
Con lui ho discusso animatamente su cosa fare e il risultato è stato un “bel mix culturale” di idee. Ma ho avuto anche tanto tempo “vuoto” che si è “riempito” di pensieri e riflessioni.

Due mesi senza incontrare “un bianco”.
Due mesi dove ho capito cosa vuole dire “sentirsi diversi”.

Camminando per strada i bambini mi guardavano sorpresi. Alcuni reagivano ridendo, altri scappavano spaventati in lacrime. Vi assicuro che non è bello accorgersi che il colore della tua pelle può far paura…
Solo due giorni dopo il nostro rientro, il lockdown da pandemia Covid-19 ha “sigillato” l’Uganda, sospeso i voli aerei per l’estero, chiuso scuole, chiese e locali pubblici. Ha vietato l’uso di mezzi di trasporto collettivi. Vietati gli spostamenti.
Ho sentito al telefono Miriam, la responsabile dell’asilo e le ho chiesto: “come fate a fare la spesa?” Mi ha risposto: “abbiamo comprato un sacco di fagioli il primo giorno e da allora non siamo più usciti di casa.

Oggi sono in Italia dove ho ripreso i miei ritmi europei, ma l’altro giorno ho letto che nella mia regione, in Liguria, si vuole allargare la zona di movimento dal Comune alla Provincia, per avere più scelta negli acquisti.

Così ho pensato a Miriam
e al suo sacco di fagioli,
ed ho sorriso.

Risorse:

Associazione I Germogli onlus
Contrada Paranzello n.1
92010 Isola di Linosa AG
tel. 0922.972506
associazione@igermoglionlus.org

“Vestiti pochi, uno buono per le occasioni e qualche capo molto consunto dalla vita di tutti i giorni. Ciabatte per la stagione secca e stivali di gomma per la stagione delle piogge.”