Il fotografo Dmytro Kozatsky
{Azovstal, luogo della mia morte e della mia vita}

di Micaela Antozzi {Art Director}

Dmytro Kozatsky, alias ‘Orest’, negli ultimi tre mesi, ha documentato con i suoi scatti, la resistenza del reggimento Azov nei tunnel più bombardati d’Ucraina. L’acciaieria Azovstal, nella città assediata di Mariupol, è stata l’ultima resistenza in una città che era diventata un simbolo della resistenza ucraina sotto l’incessante bombardamento russo. Ieri, prima di essere catturato, ha lasciato uno straziante messaggio di addio su Twitter.

«Bene, questo è tutto.
Grazie per il rifugio, Azovstal.
Luogo della mia morte e della mia vita.»

Questo giovane ragazzo con la passione per la fotografia non ha mai smesso di raccontare attraverso il suo obiettivo le drammatiche condizioni delle persone barricate all’interno. Alcune di questi scatti sono già diventati virali rivelando la situazione dei combattenti del reggimento Azov, in particolare il personale ferito.
Venerdì, prima della resa, ha messo a disposizione il suo bene più prezioso, tutte le sue foto, chiedendo che fossero condivise il più possibile. Poi, con un secondo tweet, ha reso pubblico il link del suo portfolio su Google Drive e ha commentato:

«A proposito, mentre sono prigioniero,
vi lascio le mie foto in alta qualità.
Inviatele a tutti i premi giornalistici e concorsi fotografici.
Sarà molto bello se potessi vincere qualcosa, dopo l’uscita. Grazie a tutti per il vostro sostegno. Ci vediamo»

Da quando è iniziata lunedì l’evacuazione dall’Azovstal, non ci sono ancora informazioni precise su quanti siano i soldati rimasti sotto i tunnel delle acciaierie, tanto meno della sorte di quelli catturati. Kyiv proverà a liberarli più tardi, in uno scambio con i prigionieri russi.
Più di 1.900 combattenti ucraini dell’Azovstal affronteranno ora un destino incerto, Andrei Kolesnikov del Carnegie Moscow Center ha affermato tramite The Guardian: “Alla fine non importa il parere dei politici russi sul trattamento dei prigionieri ucraini, le loro dichiarazioni non contano molto, sarà Putin a decidere della sorte dei soldati ucraini e se deciderà di processare i soldati, sarà un segnale chiaro e preoccupante della sua volontà di aggravare ulteriormente la situazione. Sarà come sputare in faccia a Zelensky. In alternativa, lo scambio dei soldati con l’Ucraina sarebbe visto a livello nazionale, come un atto di misericordia e compassione, nonostante gli appelli degli estremisti di Putin che chiedono invece una severa punizione per i soldati e Putin potrebbe giocare entrambe le carte”– ha concluso Kolesnikov.

Dmytro Kozatsky, “Orest”
Azovstal Portfolio