Arno Rafael Minkkinen

Arno Rafael Minkkinen
{la fusione del corpo umano con la natura}

di Monica Bani {Fotografa}

Oggi ho scelto, come cover image per questo articolo, di parlarvi del fotografo Arno Rafael Minkkinen.
Anni fa e quasi per caso, fui “contaminata” dagli splendidi scatti di questo artista “dall’occhio” poliedrico ed eclettico, rimanendone profondamente folgorata.
Arno Rafael Minkkinen nasce ad Helsinki nel 1945,  trasferendosi ben presto a New York, ma senza dimenticare mai le sue origini.
La sua anima nordica, costellata da paesaggi incontaminati e da immense distese naturali, farà sempre parte del suo mondo,  tanto che, uno dei suoi progetti fotografici più famosi, al quale lavorò per 40 anni, nacque proprio grazie alla bellezza della sua terra, la Finlandia, ritrovando anche in America la grandiosità della natura nei grandi alberi, nei tronchi, nelle cortecce, negli specchi d’acqua, nelle rocce e nelle montagne.

Osservando le fotografie di Minkkinen ci si sente catapultati in un mondo magico, quasi lisergico, dove folletti, gnomi e creature della foresta sono in assoluta sintonia con la natura,  colorata con spiritosa irriverenza.
Questo figlio degli anni Sessanta, cresciuto in una New York fucina di artisti di ogni genere, mise in gioco la nudità del suo corpo in una sintesi di bellezza e ironia, resa ancora più magica dall’utilizzo del bianco e nero.
La sua opera diventò subito autobiografica, i suoi scatti divennero autoritratti, perché, come lui stesso afferma ancora oggi:

Molte delle mie fotografie sono difficili da fare. Alcune, addirittura, possono anche essere pericolose. Perciò, non voglio mettere qualcun altro in pericolo oppure che si prenda dei rischi al posto mio, tipo sporgersi da un dirupo o rimanere sott’acqua per la buona riuscita dell’inquadratura. Ovviamente devo controllare quanto dolore posso tollerare e posso farlo con assoluta certezza solo se agisco su me stesso

Arno esegue i suo scatti in perfetta solitudine, studiando il suo corpo, la dinamica del gesto, la composizione e la prospettiva. Corre e si posiziona nella posa studiata attendendo il click dell’autoscatto o azionando l’otturatore utilizzando uno scatto flessibile ben nascosto nell’immagine finale.

Ho imparato che le diverse parti del mio corpo possono flettersi oltre i normali limiti fisici e anatomici, spesso sino alla soglia del dolore

E il messaggio dietro questo progetto è ben chiaro: l’uomo si fonde con la natura e come la natura diventa un essere senza tempo. Lui stesso dice di voler “rappresentare (…) la sensazione dell’essere senza tempo che i nostri corpi hanno, calati in una natura fuori dal tempo. La nudità della nostra pelle, simile a quella delle rocce e degli alberi, ci trasforma in esseri senza età. Abbraccio il pino con la stessa forza con cui il pino mi avvolge