Il Vintage è il nuovo lusso
{la moda second-hand apre allo stile personale e aiuta a salvare il pianeta}

di Jupiter {Fashion Buyer} Milano

Negli anni ’70, Yves Saint Laurent fece sfilare delle modelle sulla passerella, per rivisitare gli abiti da sera anni ’40 di sua madre, Bryan Ferry dei Roxy Music indossava abitualmente abiti retrò in stile Humphrey Bogart, acquistati al mercato di Portobello. Paloma Picasso e Loulou de la Falaise, facevano veri affari con abiti autentici anni ’20  e anche la super modella Kate Moss è stata a lungo una sostenitrice della moda vintage indossando nel 2003 un famoso abito couture degli anni ’50, lanciando la sua tendenza.

Le persone, ma soprattutto la Generazione Z, stanno diventando sempre più consapevoli dell’impatto delle loro scelte sull’ambiente e così la moda second-hand, riciclata e rigenerata, diventa anche coolness, seguendo uno stile personale e di autoespressione. Una generazione che ha tutto da guadagnare e niente da perdere, che sta abbracciando pratiche sostenibili, come il vintage e l’upcycling.

Riciclare: la cosa migliore che tutti noi possiamo fare per questa crisi climatica,
è limitare le risorse da cui preleviamo per salvare il pianeta.

Anche TikTok, la piattaforma di social media dominata dalle sfide di danza, è salita a bordo con questa tendenza, grazie ai talenti Tommy Groenendijk e Jordan Deery, alias Vintage Stock Reserve, due studenti della Florida (con 1,7 milioni di follower), che dopo essere entrati a far parte di TikTok, hanno iniziato a pubblicare video di abiti raccolti in diversi negozi dell’usato, incoraggiando le persone a riciclare pezzi già esistenti nel loro guardaroba e mostrando come l’abbigliamento di seconda mano possa essere una valida alternativa sostenibile allo shopping nei negozi di fast fashion.

Il vintage è tornato, ormai non è più solo una tendenza,
è diventato uno stile di vita.

Alcuni dei loro video discutono inoltre, di impatto ambientale e di come la produzione di fibre sintetiche in particolare, crei il caos sul pianeta, ma soprattutto diffondono consigli su come creare pezzi unici e desiderabili. La maggior parte del loro inventario proviene da negozi dell’usato e centri di beneficenza locali.

Il direttore creativo newyorkese Brynn Hemingway (GAP), ha lanciato Display Copy , una nuova piattaforma progettata per mostrare e celebrare le bellezze della moda vintage con una mission chiara e concisa: stravolgere il modo in cui la moda viene percepita e indossata anticipando le incredibili possibilità di ciò che esiste già.

“Vintage” è l’espressione creativa
della Gen Z che cerca cose al di fuori della moda tradizionale per farle proprie

Ispirato dalla crisi ambientale e dei rifiuti, Display Copy è una coraggiosa replica contro il sistema di sovrapproduzione e spreco che attualmente domina l’industria della moda, che produce oltre 150 miliardi di capi ogni anno. Circa l’80% di questi indumenti viene venduto e il restante 20% viene bruciato o inviato in discarica. Dell’80% che vende, il consumatore medio indossa ogni capo, in media 7 volte, prima di scartarlo. Di conseguenza, ogni anno vengono bruciati o inviati in discarica, più di 82 miliardi di chili di vestiti.

La scelta di indossare vintage e usato attiva l’economia circolare, liberando la dannosa catena di approvvigionamento globale