L’armata Cyber per l’Ucraina
{300.000 volontari in tutto il mondo}

di Micaela Antozzi {Art Director}

Mentre sull’Ucraina le pressioni belliche e sanguinarie del Cremlino vanno ad aggravarsi di ora in ora, ad unirsi alla nazione, martoriata nei suoi sforzi per combattere la Russia, ci sono centinaia di migliaia di persone che stanno offrendo le loro competenze informatiche, per riuscire a contrastare l’invasione russa e per colpire i suoi siti finanziari:  sono i volontari di “IT Army for Ukraine”.

L’adesione all’IT Army,
progettata per operare nel mezzo di una zona di guerra in rapido movimento,
è senza precedenti nella storia

La Call via Twitter”, è partita il 26 febbraio, quando il vice primo ministro ucraino Mykhailo Fedorov, che è anche il ministro della trasformazione digitale della nazione, ha lanciato una richiesta di reclutamento per “talenti digitali” per far parte di un nuovo esercito IT per l’Ucraina, sdoganando per sempre il warfare tradizionale e organizzando così, la prima Armata Cyber della storia.

Ad oggi, 300.000 persone hanno risposto alla chiamata, riporta il Guardian. Le missioni e i compiti di IT Army, vengono assegnati attraverso un canale Telegram e nel frattempo, anche centinaia di migliaia di lavoratori e svluppatori ucraini, del settore tecnologico, hanno preso parte ad attacchi informatici.

Da allora il canale IT Army ha ampliato la sua portata.
Separatamente, altri attivisti informatici autonomi, incluso il collettivo di hacker Anonymous, hanno rivendicato attacchi DDoS contro obiettivi russi, tra cui  il produttore di armi bielorusso Tetraedr, rubandone i dati.

Gli amministratori del canale, hanno coinvolto i volontari chiedendo di lanciare attacchi denial-of-service (attacco informatico in cui l’aggressore cerca di impedire agli utenti di accedere alla rete o alle risorse del computer), distribuiti contro più siti web russi. Questi attacchi, elencati come potenziali obiettivi, includevano attività infrastrutturali russe, come il gigante energetico Gazprom, grandi banche come Sberbank e il produttore di petrolio Lukoil e siti Web ufficiali del governo, il Ministero della Difesa russo, il Cremlino e il sito web delle comunicazioni Roskomnadzor.
Inoltre, alcuni attivisti si stanno occupando anche di una gestione di raccolta fondi attraverso le criptovalute e stanno predisponendo piani di emergenza per la comunicazione, man mano che gli attacchi bellici sul campo, da parte della Russia,  andranno col passar dei giorni ad intensificarsi.

Tuttavia, l’impatto dell’IT Army in questa “sporca guerra” è assai difficile da valutare nell’immediato.
Sebbene migliaia di persone si siano uniti al gruppo Telegram, non vi è alcuna indicazione ne di chi siano o quale sia il loro coinvolgimento. Il canale ha attualmente condiviso schermate di alcuni siti Web russi che sarebbero stati portati offline, ma non è sempre chiaro l’effettivo successo di queste operazioni o la loro origine.

In aggiunta c’è poi da dire, che i grandi esperti di sicurezza informatica mondiali, avvertono che questa operazione potrebbe prima o poi ritorcersi contro: in primis, penetrare in un server o in una rete è un crimine informatico (quindi perseguibile in qualsiasi stato legalmente), secondo punto, non sappiamo se questi hacker coinvolti siano dei professionisti informatici qualificati o “hacker fai-da-te”, che potrebbero eventualmente creare danni ingestibili (un “hack back“, un contrattacco distruttivo da parte di agenti russi, tanto per dirne una).

E’ però innegabile, che dopo aver visto l’orrore nei video sui social, che hanno rivelato in diretta, l’impatto devastante che il conflitto sta avendo sui civili ucraini, scrive il Guardian: “It’s the right thing to do”.

Sia la cosa giusta da fare.