We will Meet Again

We will Meet Again
{Anticronache da una Londra in Lockdown}

di Pancras Ætius McMorris {Linux Evangelist – Londra}

Per le statistiche, le tempistiche, le logistiche, le casistiche, lascio a voi la consultazione delle vostre fonti preferite. Ce ne sono fin troppe e anzi oggi più che mai è fondamentale concentrarsi su chi è interessato a informare, non a diffondere panico. Io vi voglio raccontare altro. Vi voglio raccontare quali sono i passi necessari per convincere 66 milioni di persone a stare a casa, proteggere il servizio sanitario nazionale.

Per capire come si fa un lockdown (qui non si parla di quarantena) da queste parti, bisogna prima pensare a un magnifico paradosso: i sudditi di sua maestà britannica non amano sentirsi dire ciò che devono fare.

Grazie alla mentalità
del suddito ribelle,
questo paese ha dato vita a cose
che hanno cambiato il mondo.

I primi coloni inglesi in quelli che poi sarebbero diventati gli Stati Uniti? Pellegrini che si ribellavano alla persecuzione religiosa in terra madre, dove lo Stato era anche Chiesa.

Le Suffragette che hanno combattuto per dare a tutte le donne nel mondo il diritto di voto? Già, Regno Unito.

Il movimento dei Punk che ha per sempre cambiato il modo in cui ci vestiamo, pensiamo, creiamo? Un movimento anti autoritario nato nel cuore di una delle monarchie più famose.

Come si fa allora?
Si deve convincere la gente,
non si deve ordinare alla gente.

Questo approccio è storicamente quello preferito dalla politica bitannica. Un po’ come il postumo Keep Calm and Carry On ideato per mantenere alto il morale durante la seconda guerra mondiale, lo slogan incessante di tutti i membri del governo è ora: Stay at home, protect the NHS, save lives.

La macchina operativa delle Public Relations britanniche è impeccabile. Ogni momento televisivo e mediatico in generale è sottoposto a minuziose manicure con l’obiettivo di centrare il messaggio.

Ogni giorno, il messaggio è ripetuto e mostrato durante la conferenza stampa tenuta dagli esponenti del governo e vari esperti.

La grafica cambia e si evolve, ma il messaggio resta. Segno che bisogna adattare la comunicazione ma l’obiettivo resta sempre lo stesso.

Alcuni di questi messaggi hanno lo stesso aspetto dei cartelli di lavori in corso che tanto spesso si vedevano agli albori del Web.

Quelli gialli con l’operaio che scavava, chi è abbastanza vecchio da ricordare?

Il discorso della Regina è un altro eccezionale esempio. Da una fotografia dai toni splendidamente Caravaggeschi, parte un messaggio da tutti inequivocabilmente identificato come scritto di proprio pugno da Elisabetta II stessa.

La tagline per chiudere?
We will meet again.

Un chiaro riferimento che ammicca (di nuovo!) alle canzoni della Seconda Guerra Mondiale. La splendida voce di Vera Lynn ci trasporta immediatamente a giorni assolati e cieli blu, in cui il passato sembrerà così lontano. Chi conosceva la canzone ha inevitabilmente vibrato con essa. Chi non la conosceva non ha potuto fare a meno di sentirsi coinvolto nell’importanza di agire tutti assieme per (so che avete già indovinato) stare a casa, proteggere il servizio sanitario nazionale, proteggere vite.

Fino al 19 Aprile, il messaggio della Regina è stato in mostra a Piccadilly Circus, capitale insieme a Times Square del capitalismo e dei messaggi pubblicitari che ne conseguono. I cartelloni pubblicitari cedono il passo all’immagine di come sarà il mondo se (esatto!) staremo a casa, proteggeremo il servizio sanitario nazionale, salveremo vite. Grazie a questo coinvolgimento emotivo e motivazionale, è nato questo singolo in supporto all’NHS, il sistema sanitario nazionale.  Ascoltatelo su Spotify o un altro sito ufficiale di streaming, perché qui i proventi vanno davvero ai destinatari.

Grazie al potere di convincere, non obbligare, è proprio di questi giorni la notizia che il Capitano Tom Moore, veterano di guerra quasi centenario, ha raccolto 22 milioni di sterline in donazioni per aiutare la lotta contro il COVID-19.
È quindi nel convincere, non costringere, che il governo britannico si è diretto per gestire al meglio la pandemia. Qui non ci sono moduli per l’autocertificazione, qui non ci sono nemmeno le carte di identità. Qui però i politici e gli esperti che stanno aiutando il governo si dimettono se vengono pescati a infrangere le regole.

Funzionerà? Avevo promesso di non parlare di numeri, ma per ora i numeri sembrano essere 2-3 settimane indietro rispetto all’italia. Una buona parte dell’opinione pubblica è convinta che si poteva agire prima. Boris Johnson a fine gennaio sembrava più impegnato a partire con Brexit, che a osservare cosa stava succedendo con la diffusione del Coronavirus. Il suo famoso atteggiamento facilone e bambinesco si è protratto e ha causato occhi sbarrati in tutto il mondo. L’ironia della sorte ha voluto che lui stesso sperimentasse il vero costo dell’immunità di gregge.

♫  RECOMMENDED LISTENING:
We’ll Meet Again (Vera Lynn) e London Can Take it (Public Service Broadcasting)

Perché non c’è nulla di più British della perversa nostalgia della Seconda Guerra Mondiale.

” Grazie alla mentalità
del suddito ribelle, questo paese ha dato vita a cose che hanno cambiato il mondo “