Svalbard Global Seed Vault

Svalbard Global Seed Vault
{La più grande banca globale dei semi, che difende il nostro futuro}

di Emelise Giovanoli {Architetto}

Nel 2030 arriveremo a 9 miliardi di persone da sfamare e l’unico modo per difendere questo patrimonio di biodiversità è conservare i semi.
E conservare i semi di tutte le specie vegetali viventi è quello che fa la banca del germoplasma, DIFENDENDO IL NOSTRO FUTURO.
La più grande è in Norvegia, la SVALBARD GLOBAL SEED VAULT che preserva un’ampia varietà di semi di piante per sistemi alimentari più resilienti, conservati in banche genetiche di tutto il mondo, campioni duplicati o copie “di riserva”.

A metà strada tra la Norvegia e il Polo Nord, nell’arcipelago delle Svalbard e aperta ufficialmente il 26 febbraio 2008, questa banca dei semi si trova a 120 metri di profondità all’interno di una montagna di arenaria sull’isola di Spitsbergen ed è protetta da robusti sistemi di sicurezza. I semi ricevuti da ogni parte del mondo, sono confezionati in speciali pacchetti di alluminio a tre strati e termosaldati per escludere l’umidità, mantenenedo il sito asciutto anche in previsione (speriamo di no…) di uno scioglimento delle calotte glaciali.

La struttura che è gestita dal Nordic Genetic Resource Center, detiene ad oggi 1.057.151 campioni di vari semi con genotipi diversi, provenienti da ogni parte del mondo e in prevalenza di piante alimentari, conservati a -18° centigradi, una temperatura per la quale non c’è bisogno di refrigeratori nell’ambiente gelido delle Svalbard.
Importante dire, che i semi delle principali piante alimentari, vengono custoditi GRATUITAMENTE e possono essere richiesti dalle istituzioni che li conferiscono in qualsiasi momento.

In questa banca non esistono barriere politiche o di confine,
ad esempio si possono trovare semi
della Corea del Sud
ma anche quelli della Corea del Nord.
Questa è una delle poche cose che il mondo è davvero riuscito a fare insieme.

Ad oggi anche la Svalbard Global Seed Vault è minacciata dal riscaldamento globale, subendo le conseguenze dello scioglimento del permafrost, la Norvegia ha dovuto infatti, completare un ammodernamento della struttura (con una spesa di 11 milioni di dollari), necessario per compensare l’aumento delle temperature delle zone artiche, ma nonostante questo ammodernamento sembrerebbe che la struttura continui ad essere colpita dal riscaldamento globale e dall’inaspettato disgelo del permafrost anche se (fortunatamente) nessun seme è stato ancora danneggiato.

Notizia di questi giorni è che un centro di ricerca genetica che si occupa di piante coltivate (IPK) ha appena avviato uno studio che durerà 100 anni che servirà a capire quanto e se i semi conservati a basse temperature, possano germinare proprio anche dopo centinaia di anni.
I ricercatori hanno raccolto i semi di 13 importanti colture provenienti da tutto il mondo, per conservarli nel Global Seed Vault norvegese. I primi semi saranno messi “in cassaforte” il 27 agosto. Tra di essi ci sono quelli di grano, lattuga, piselli e cavolo.