Kevin Beetlestone Presents Comic Shorts
{A Small Fish in a Big Pond}

KEVIN BEETLESTONE
comico, insegnante di inglese e scrittore
Intervista di Andrea “Tjuren” Terziani
{Content Creator}

Ciao Kevin, sono felice di incontrarti. Qualcuno dei nostri lettori potrebbe aver avuto la fortuna di conoscerti per via di una o più delle molteplici attività che ti hanno visto coinvolto o che stai svolgendo ancora adesso. Ci racconteresti in sintesi di cosa ti occupi?

Ciao! Certo. Sono veramente un po’ un “tuttofare”. Adesso sono un insegnante di inglese e trainer di public speaking e lavoro anche come attore comico, e sto lavorando sul mio canale: “Kevin Beetlestone Presents Comic Shorts”.

Dal punto di vista dell’insegnante come vedi gli italiani?
Ho notato che molti di loro hanno il terrore di commettere degli errori. Probabilmente a causa di ciò che chiamate “brutta figura!” In ogni corso cerco di far capire agli studenti che gli errori non sono un problema perché sono parte dell’apprendimento e se non funziona questo, la violenza funziona sempre! (risata☺)

C’è qualcosa di specifico che ti ha convinto a fermarti in questo paese, più precisamente a Milano?
Credo che Milano sia un posto magnifico dove vivere e lavorare, perché c’è tutto quello che ci si aspetta di trovare nelle più grandi città ma, allo stesso tempo, non è abbastanza grande da rischiare di scomparire nell’anonimato.

Hai trovato semplice ambientarti?
Si, non ho avuto problemi. Adoro Milano ma, una cosa che non raccontano prima che uno debba venire ad abitarci, è che in estate ci sono un’umidità tremenda e delle fastidiose zanzare succhia-sangue. Appena arrivato qui a Milano, mi hanno subito individuato come carne fresca! (risata☺)

Raccontaci dell’esperienza Zelig: The English Comedy Gang. Di cosa si tratta?
The English Comedy Gang era uno show di cabaret sul palco di Zelig con vari artisti impegnati nella stand-up comedy, in spettacoli di magia e in alcuni sketch.
Grazie a Carol Visconti (attrice e comica) per avere creato il gruppo!

Kevin Beetlestone con il coactor Carlo Onado

Passiamo ai personaggi che interpreti: quali sono le basi che ti hanno portato alla loro creazione?
Quando ero giovane, adoravo dei comici britannici come Benny Hill, Kenny Everett e The Young Ones, e credo che in qualche modo mi abbiano molto ispirato, ma in realtà, tutto è iniziato con la scrittura. Scrivo le trame, gli sketch e le battute e anche il travestimento rappresenta un aspetto molto rilevante. Quando il look è perfetto, il personaggio prende vita da solo.

Correggimi se sbaglio: i personaggi principali ai quali dai vita, sono dunque Ronald McTrump, Randy Escobar e Vincent Magpie. Ce li descriveresti?
RONALD MCTRUMP è una creatura estremamente infantile.
Nella creazione del personaggio, non mi sono preoccupato troppo di creare un vero e proprio sosia, ma piuttosto una caricatura stupida. L’aspetto geniale rispetto a “The Donald” è che le battute sono già pronte al 90% – bisogna inventarsi solo il restante 10%!
RANDY ESCOBAR vive nel mondo della moda, sesso e superficialità.
Credo che sia una sorta di Frankenstein di molte persone che ho conosciuto nella moda – e ne ho visti di orrori, ve lo posso assicurare!
VINCENT MAGPIE è un impresario di pompe funebri senza scrupoli.
Potrebbe guadagnare soldi da qualsiasi situazione tragica. In pratica è come un venditore di auto, ma di auto non ce ne sono: solamente delle bare! (risata☺)

Photo by Paolo Bellesia – www.paolobellesia.com

Sappiamo che hai collaborato con un personaggio britannico molto amato dal pubblico italiano, mi riferisco al tristemente scomparso John Peter Sloan.
John aveva il tocco di Re Mida quando si trattava di vendere corsi, pubblicare libri e realizzare spettacoli comici. Se ti affidava un progetto era perché si fidava ciecamente di te. La morte di John è stato uno shock per tutti noi che lo conoscevamo. Era una grande persona e ci mancherà molto.

Il Covid19 ha messo in ginocchio la produzione artistica e le attività di coloro che si esibiscono dal vivo. Sotto questo punto di vista come vedi il futuro e, se già definiti, quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sono stato estremamente produttivo durante la chiusura per il Covid19. Ho lavorato molto sui testi, sulle battute e su nuovi personaggi. A settembre, lavorerò nella produzione di nuovi video per il mio canale di sketch comici e sto anche progettando di tornare sul palcoscenico (con spettacoli sia in inglese che in italiano).

Quale può essere lo scoglio più grande per i Comedians che presentano uno spettacolo in lingua inglese nel nostro paese?
La difficoltà di uno spettacolo comico in inglese è data dal fatto che il pubblico deve avere una certa dimestichezza con la lingua per poterlo trovare divertente; ci sono tuttavia molti modi per trasmettere la comicità al pubblico, sia con la mimica che con i suoni e gli elementi visivi. Finora, sono riuscito a cavarmela semplificando il linguaggio che utilizzo con il pubblico.

Cosa riesce a convincerti che lo sforzo verrà ripagato sia in termini economici che di soddisfazione personale?
Oggi mi occupo della comicità, sono sicuro che continuerò a studiarla anche domani e andrò ancora avanti a farlo. Credo che quando ci si gode il processo lavorativo, questo diventa già la ricompensa. Se poi arrivano anche i soldi, diventa fantastico, ma non è mica tutto.

Trovi più giusto analizzare i principali gusti del pubblico e adeguarsi, oppure seguire la propria ispirazione e andare alla ricerca del pubblico in grado di apprezzare?
Certamente quello che pensa il pubblico è importante, ma sono ancora in una fase iniziale e non ho un seguito di per sé. Man mano che il mio pubblico aumenterà me ne occuperò maggiormente. La cosa importante è produrre qualcosa che sia di buona qualità e che faccia ridere.

Passiamo dal pubblico ai colleghi: con quali persone ami di più lavorare?
I migliori progetti in cui ho lavorato erano quelli in cui c’era un forte senso di appartenenza e collaborazione. Non riesco a sopportare di essere circondato da persone ultra-competitive.

A fronte di innumerevoli talenti che cercano di farsi conoscere, gli spazi concessi dalla televisione sembrano relativamente pochi. In quale modo credi che si possano creare e trovare nuove soluzioni per mettere in mostra il proprio talento?
Internet è un posto meraviglioso dove trovare un pubblico, per questo ho deciso di iniziare da qui. Però può capitare facilmente che il tuo materiale passi inosservato se non si ha una strategia. Alla fine, io non sono che un pesciolino in un grande stagno. Se “Comic Shorts” dovesse crescere oppure no, non è un problema. La cosa importante è mettersi in gioco e mostrare quello che si sa fare.

Grazie Kevin per la disponibilità, attendiamo tutti con impazienza e curiosità l’uscita del prossimo episodio di “Comic Shorts”.

Kevin Beetlestone