HUMAN LIBRARY

HUMAN LIBRARY: La biblioteca vivente
{A chance to unjudge someone}

di Monica Bani {Fotografa}

Le biblioteche sono luoghi di arricchimento culturale, dove nel silenzio che le contraddistingue possiamo immergerci nella lettura di un libro.
Nella primavera del 2000 Ronni Abergel, nato e cresciuto in Danimarca con alcuni periodi trascorsi in Egitto e negli Stati Uniti, coinvolto nell’attivismo pacifista dopo che un suo amico fu accoltellato a Copenaghen, diede vita ad una organizzazione no profit chiamata “The Human Library”.

The Human Library , “la biblioteca umana” così tradotta in italiano, è sinonimo di innovazione e ha la capacità di andare oltre l’ordine costituito delle cose.
Il progetto Human Library sostituisce i libri con la gente, persone da “prendere in prestito” per ascoltare le loro storie. E’ una vera biblioteca con un catalogo di titoli, solo che invece di sfogliare le pagine di un libro, ci troveremo ad ascoltare fisicamente e direttamente delle persone in carne e ossa.

Il metodo, davvero innovativo, promuove il dialogo, riduce i pregiudizi, rompe gli schemi e ci avvicina agli altri in modo gentile e consapevole, favorendo nel “lettore” la comprensione di una realtà diversa dalla propria, riducendo “le distanze” con quelle storie che sono così difficili da scrivere.

Gli incontri della Human Library sono eventi limitati nel tempo, massimo uno o due giorni con un tempo di “lettura” di circa trenta minuti. Le “regole” per il lettore sono le stesse di una biblioteca tradizionale: rispettare il libro, restituirlo in tempo e nelle stesse condizioni in cui è stato preso, essere curioso e aperto su quello che “leggerà nel libro”.

Oltre che lettore si può anche decidere di “essere” un libro.
Gente comune, ma anche persone affette da sindrome bipolare e da autismo, alcolisti, ex tossici, prostitute, rifugiati, vittime di abusi e di violenze, senzatetto, sieropositivi: il catalogo è ampio ed in continuo aggiornamento.

Chi decide di “diventare libro” è consapevole di fare parte anche di una minoranza, di essere oggetto di pregiudizio e discriminazioni, con il desiderio di rovesciare questi atteggiamenti. Quindi, si rende disponibile a discutere della propria vita, delle proprie esperienze e dei propri valori, si predispone ad accogliere le domande del lettore. Un’altra regola della Human Library è che sia il lettore che il libro hanno il diritto di interrompere il “prestito” in qualunque momento. Come si legge sul sito dell’associazione:

“Raggiungiamo i nostri obiettivi creando una speciale finestra di dialogo, in cui argomenti e tabù possono essere discussi apertamente e senza condanna.
Un posto dove le persone che altrimenti non parlerebbero mai trovano spazio per la conversazione”

Ad oggi le Biblioteche Umane sono diffuse in più di 80 paesi; gli incontri sono ospitati in librerie, festival, conferenze, scuole pubbliche, scuole superiori,
università, nel settore pubblico e in quello privato.
Tutti i libri sono volontari: nessuno è pagato per mettersi a disposizione, nessuno paga per prendere in prestito il libro.

Nel 2003 il Consiglio d’Europa riconosce il lavoro e l’obiettivo di Human Library come buona prassi tra le attività di dialogo interculturale e ne promuove la pratica. Nel 2007, durante il Torino Pride a cura del comitato «All different All equal» ha luogo il primo evento.

Risorse: