The Queen of polka dots
{La straordinaria vita di Yayoi Kusama}

di Micaela Antozzi
{Art Director}

Considerata una delle artiste contemporanee più influenti e più vendute al mondo, Yayoi Kusama, questa meravigliosa veterana dell’arte contemporanea giunta alla venerabile età di 92 anni, ha conquistato più di una vetta, dimostrando che c’è molto di più in lei oltre alla sua reputazione di “regina dei pois”. Con fatica e determinazione, la sua non è stata un’ascesa facile, tutt’altro: ha dovuto affrontare rifiuti, aspre critiche, censure e persino arresti, soprattutto nella sua terra natia. Nonostante ciò, questa meravigliosa avant-garde artist, non si è mai arresa, ha sempre lottato ed è stata proprio l’arte a tenerla in vita.

Nel 1959, all’età di ventinove anni, fugge dal Giappone, approdando a New York. In valigia, sessanta kimono e duemila disegni e dipinti da vendere. New York, che dopo gli inizi fatti di stenti, fra mille difficoltà materiali e morali, finirà per consacrarla come una delle artiste più innovative del nostro tempo, regina degli hippie e del pacifismo, icona delle lotte contro il sessismo e il tradizionalismo.

“Per chi crea, tutto è una scommessa, un salto verso un mondo inesplorato.
Come migliaia di artisti prima di me, ero attirata verso la cima di una montagna che non era ancora stata scalata.
Se ne avessi conosciuto l’altezza, la mia vita sarebbe diventata grigia l’indomani stesso.”

Con Andy Warhol, (mescolandosi nella stessa folla creativa newyorkese, conoscevano benissimo il lavoro l’uno dell’altro e partecipavano alle stesse mostre) la Kusama arriva al cuore del suo linguaggio creativo e lo espande oltre lo spazio bidimensionale della tela, fino ad esplodere in tutto il suo potenziale artistico.

Nel 1973, anno del suo rientro in Giappone, la sua produzione è intensissima e la sua ricerca artistica, fortemente contaminata da un’infanzia infelice trascorsa con la famiglia a Matsumoto, approda in performance provocatorie dove il corpo umano diventa opera d’arte attraverso il body painting, di cui la Kusama negli anni Sessanta fu già una geniale esponente. Il corpo come oggetto artistico diventa segno distintivo dell’artista, come i disturbi psichiatrici dai quali rimane affetta tutta la vita e che la porteranno ad un ricovero volontario nell’ospedale psichiatrico di Seiwa, dove l’unica medicina efficace sarà l’arte, che non l’abbandona mai.

“La mia arte proviene da allucinazioni che solo io posso vedere.”

La vita e l’opera della camaleontica Yayoi Kusama sono al centro di un nuovo libro, Yayoi Kusama – Lives of Artists in uscita il 22 aprile 2021 e scritto da Robert Shore. L’opera esamina più da vicino la storia personale della Kusama ed il suo lavoro, approfondendo argomenti tra cui la sua infanzia difficile in Giappone, i suoi anni da bambina selvaggia nella New York degli anni ’60, le sue lotte per la salute mentale e il suo internamento volontario in ospedale, così come la sua vita oggi da vera superstar del mondo dell’arte, i cui spettacoli attirano ancora il maggior numero di visitatori al mondo per qualsiasi artista donna vivente.
Muovendosi tra varie discipline, arti visive, danza, moda, design, creando dipinti, happening, sculture, poesie, film, moda e design e persino alla composizione musicale, nella sua lunga carriera Yayoi Kusama ha dimostrato di essere un’artista poliedrica, energica e ambiziosa.