Jaume Plensa, Nocturne
{Anche dopo la notte più lunga, arriva sempre il mattino}

di Micaela Antozzi {Art Director}

Jaume Plensa è nato nel 1955 a Barcellona, ​​in Spagna, dove attualmente vive e lavora. Plensa, uno dei più importanti scultori della sfera pubblica, ha ricevuto premi nazionali e internazionali. La prolifica carriera di Plensa ha portato il suo lavoro in tutto il mondo, inclusi celebri progetti in città come Toronto, Los Angeles, New York, Calgary, Chicago, Montréal, Londra, Parigi, Bangkok, Shanghai e Tokyo.

Negli ultimi 35 anni, l’artista ha prodotto un corpus multiforme di opere, creando sculture che parlano delle capacità e della bellezza dell’umanità, spesso riunendo le persone attraverso l’attivazione di spazi pubblici. Materiali scultorei convenzionali come vetro, acciaio, trovando ispirazione nella figura umana come simbolo universale.

Nel celebrare le somiglianze e l’umanità condivisa delle culture, apparentemente divergenti del mondo, l’artista cerca di connettersi con i suoi spettatori a un livello intuitivo. Ponendo numerose dualità, come interno ed esterno, luce e buio, e terra e cielo, le sue opere spaziano da opere intime e delicate su carta a monumentali progetti pubblici.

In mostra al Grey Warehouse di Chicago fino al 9 di gennaio, le opere realistiche esplorano il contrasto di luce e oscurità su vari ritratti di donne e mostrano l’incredibile contrasto dei materiali utilizzati dall’artista spagnolo. Come descrive la galleria, la mostra di ritratti scultorei “simboleggia il potenziale di speranza per emergere da un luogo di totale oscurità”.

Tra le opere incontriamo Minna, un ritratto alto nove piedi che ritrae una giovane donna con gli occhi chiusi in stato di riposo. Creato da pietra di basalto scuro, Minna è il più grande lavoro dell’artista ad oggi. Nocturne continua con una serie di cinque ritratti in bronzo: Anna, Irma, Laura, Lou e Rui Rui. Disposte l’una accanto all’altra, come in un dialogo silenzioso, ciascuna testa di bronzo presenta una superficie dalla texture unica, il risultato di essere fusa dagli stessi stampi che Plensa usa per formare le sue figure in rete d’acciaio. Una volta fuso in bronzo, Plensa dipinge a mano la superficie di ogni opera con uno strato di bianco, oscurando accuratamente la finitura scura originale mentre chiarisce i tratti sereni del viso dei suoi soggetti.

Le due opere più grandi in mostra sono le più eteree di Plensa: fili di acciaio inossidabile delicatamente piegati costruiscono i ritratti di Rui Rui e Julia, delineando i volti dei soggetti di Plensa e contemporaneamente oscillando dentro e fuori dalla leggibilità. Con una profonda consapevolezza materiale, Plensa offre l’illusione di una forma senza peso, fabbricando e trasformando opere altrimenti monumentali in apparizioni leggere e ariose.

Attraverso la ritrattistica, le sculture di Plensa trasmettono la natura transitoria della condizione umana, catturando i suoi modelli in un unico momento nel tempo.

Ogni volta che faccio un ritratto, subito dopo, in un certo senso, la persona non esiste più.

La mostra culmina con Silence, un ritratto in scala intima realizzato in vetro di Murano bianco. Tenendo un dito alle labbra in un gesto di quiete, la figura funge da coda, concludendo Nocturne con una nota finale di tranquillità interiore.