Couch-19, il pouf modulare
{imbottito di mascherine usate raccolte per strada}

di Åsa Björklund {Malmö – Svezia}

Appassionata da sempre di riuso e riciclo, soprattutto applicato al design d’interni, non potevo non parlarvi di Tobia Zambotti, fondatore e direttore creativo di Atelier Tobia Zambotti, uno studio multidisciplinare e d’avanguardia, con sede a Reykjavik (Islanda). Lo studio, che si occupa di progetti sostenibili e molto audaci, lavora con un gruppo internazionale di giovani e talentuosi collaboratori tra cui artigiani, ebanisti, ingegneri, architetti e fotografii.

Il suo ultimo (e intelligente) progetto è “Couch-19”, un iceberg-pouf modulare imbottito con maschere usa e getta raccolte per strada.
Esteticamente assomiglia ad un iceberg (uno dei simboli più iconici del riscaldamento globale), mentre all’interno è imbottito con maschere monouso di colore chiaro. R​ifiuti sanitari che non possono essere smaltiti attraverso le strutture di riciclaggio convenzionali e che rappresentano una minaccia per l’ambiente, con la loro diffusione sulle strade.
Le mascherine sono state accuratamente disinfettate con ozono e conservate in modo sicuro prima di diventare questa insolita imbottitura per il  pouf modulare in PVC, anch’esso riciclato.

Il progetto “COUCH-19” mette in evidenza in modo creativo, l’impatto ambientale creato dallo smaltimento delle mascherine, utilizzate una sola volta e gettate per strada

Lo smaltimento delle mascherine usate in tempo di pandemie sono diventate sempre più indispensabili e la maggiorparte di queste protezioni sanitarie sono realizzate in materiali sintetici non biodegradabili, con polipropilene, fibra chimica o trattate con sostanze chimiche inquinanti. Queste, infine, potrebbero andare ad aggiungersi alla plastica già molto presente nei nostri mari, causando la morte di molti animali marini come tartarughe e pesci.

Foto di Raffaele Merler

ATELIER TOBIA ZAMBOTTI
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