A rischio il patrimonio culturale in Afghanistan
{l’allarme dei curatori dei musei}

di Helena Vogel {Digital Art Director – Berlino}

I talebani avevano già distrutto gli antichi tesori dell’Afghanistan. La storia si ripeterà? A lanciare l’allarme sono i curatori dei musei e gli archeologi dell’Afghanistan: “siamo molto preoccupati per la sicurezza del nostro personale e delle nostre collezioni”. Le prospettive non sono rosee. La presa del potere dei talebani, che hanno conquistato Kabul il 15 agosto, hanno colto alla sprovvista i curatori dei musei e gli archeologi della nazione, che si stanno affrettando a mettere in sicurezza siti e manufatti ancora sotto il loro controllo. Il destino delle opere che si trovano all’interno del territorio controllato dai talebani, rimane incerto.

“Non ci aspettavamo che accadesse così rapidamente”, ha detto al National Geographic, Noor Agha Noori, che guida l’Istituto di Archeologia dell’Afghanistan a Kabul. “I funzionari intendevano trasportare manufatti da città come Herat e Kandahar per la custodia, ma il brusco crollo della resistenza del governo afghano negli ultimi giorni ha impedito tali azioni”.

In quanto crocevia importante per millenni, l’Afghanistan ha un patrimonio insolitamente ricco, oltre 80.000 manufatti nel Museo Nazionale dell’Afghanistan è vulnerabile.

Essendo un’arteria importante sulla Via della Seta che collega l’India con l’Iran e la Cina, l’Afghanistan è pieno di resti di antiche città, monasteri e caravanserragli che ospitavano i viaggiatori, incluso Marco Polo nel suo viaggio verso la scintillante corte di Kublai Khan.

La versione fondamentalista dell’Islam che i talebani sposano, rifiuta completamente l’iconografia di esseri umani e animali e tutto il passato preislamico. La paura è che i talebani ripeteranno lo stesso scempio nel 2001, quando distrusse i famosi Buddha di Bamiyan risalenti 1500 anni prima, nell’area archeologica che oggi è stata inserita nella lista dei Patrimoni mondiali dell’umanità dell’Unesco, oltre a una serie di oggetti e statue nel museo di Kabul.

Con il ritorno dei talebani, il passato dell’Afghanistan minaccia il suo futuro

Più di tre afgani su quattro oggi hanno meno di 25 anni: troppo giovani per ricordare quegli anni di paura, troppo abituati alle libertà per essere desiderosi di rinunciarvi.
Bene, sono trascorsi vent’anni, Kabul è ufficialmente caduta sotto il controllo dei talebani, intenzionati a restaurare l’Emirato islamico che 20 anni fa era stato abbattuto dall’intervento occidentale. Si sono così ripresi tutte le principali città, controllando la maggior parte dei distretti locali nelle 34 province del paese.

I talebani che sempre vent’anni fa, sotto un clima di terrore vietavano la televisione, la musica, il cinema ed ogni forma d’arte; proibiva agli uomini di tagliarsi la barba, costringendo le donne a stare in casa e a indossare burka dalla testa ai piedi.

L’Afghanistan, fino a ieri una società emancipata e progressivamente aperta.
Un cammino lungo un ventennio, cancellato in un attimo, dove oggi la sopravvivenza quotidiana è di nuovo, una scommessa.