“It’s Never Over, Jeff Buckley”
{Un Viaggio Straordinario}
di Micaela Antozzi {Art Director}
A quasi trent’anni dalla sua scomparsa, arriva il documentario “It’s Never Over, Jeff Buckley” , arricchito da immagini inedite. La regista Amy Berg, già nota per “Janis: Little Girl Blue” sulla vita di Janis Joplin, esplora l’esistenza e l’eredità di Buckley, utilizzando materiale d’archivio raro e le testimonianze intime delle donne che lo conobbero meglio: sua madre, Mary Guibert, le ex compagne Rebecca Moore e Joan Wasser (Joan As Police Woman), e i musicisti Michael Tighe, Parker Kindred, Ben Harper e Aimee Mann.
“Non esiste una sola versione della storia di Jeff Buckley… ma questa è quella che ho deciso di raccontare,” afferma Amy Berg. La realizzazione di questo film, il primo a coinvolgere gli eredi del cantante, ha richiesto oltre un decennio di lavoro. In vista dell’uscita, prevista per l’8 agosto nelle sale americane e su HBO Max in autunno, Berg spiega perché la voce di Buckley continua a risuonare oggi, la sfida di separare il mito dall’uomo e cosa la sua storia riveli sulle pressioni della celebrità, oltre a chiederci se siamo diventati più bravi a riconoscere quando i giovani artisti necessitano di aiuto.
Acclamato con una standing ovation al Sundance Film Festival 2025, “It’s Never Over, Jeff Buckley” offre un viaggio profondo e personale nel mondo del musicista, scomparso tragicamente il 29 maggio 1997, annegato nel Wolf River Harbour, un affluente del Mississippi a Memphis. Aveva solo 30 anni e il suo corpo fu ritrovato il 4 giugno. Nonostante la sua breve carriera, caratterizzata da un album solista in studio (a cui si aggiungerà un postumo), Buckley ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica.
Sembra che a ogni generazione lui abbia un sacco di nuovi follower, ed è un fenomeno piuttosto insolito che abbia realizzato un solo album e sia diventato più famoso oggi di quanto non lo fosse negli anni ’90. Da allora volevo raccontare la sua storia.
La regista Amy Berg
La vita di Jeff Buckley è costellata di storie intense, la cui rilevanza rimane inalterata dopo 30 anni. Le sfide affrontate spiegano la sua profondità e il suo dolore.. La sfida principale di Jeff nella vita era la voce, il suo dono. Il suo talento era troppo potente perché potesse ignorarlo, ma era inseparabile dal fantasma di suo padre (figlio di Tim Buckley, cantante folk leggendario).
Questo documentario è frutto di un lavoro d’amore, cercando di avvicinarsi il più possibile a Jeff senza conoscerlo. La sua storia prende vita attraverso le testimonianze delle tre donne fondamentali nella sua vita, permettendo di percepire il loro dolore. Il film inizia e finisce con loro, poiché impara a conoscere Buckley attraverso la sua musica e queste relazioni significative.